Un appuntamento importante chiude il mese di Marzo a Firenze: la tredicesima edizione del Florence Korea Film Fest, organizzata dall’associazione Taegukgi. Un programma ricco e dettagliato che offre 54 titoli tra cortometraggi, lungometraggi e documentari suddivisi in tre sezioni che spaziano dal mainstream degli “Orizzonti Koreani” alle piccole distribuzioni in “Independent Korea”, terminando con “Notte K- Horror” dedicato al tema dello scontro bellico.
Tra gli ospiti il celebre Ahn Sung Ki, al quale è destinata una bellissima retrospettiva. Enfant prodige, esordisce con il melodramma “Twilight Train” di Kim-ki young a soli 5 anni, è “ l’attore feticcio” di uno dei più grandi cineasti koreani della grande produzione: Im-kwon Taek. Nella retrospettiva spicca “Revivre”, presente alla 71esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia lo scorso anno, che rivela un lirismo senza precedenti.
Il film è ispirato al romanzo “Cremation” di Kim Hoon. Il titolo originale del film è “Hiwajang”, che ha un doppio significato: Make up postmortem, quello che si stende come un velo trasparente sul viso sofferente della moglie defunta di Oh Sang -moo e quello di bellezza, che produce la ditta di cosmesi di quest’ultimo. L’ambivalenza del titolo rimanda appunto alla condizione esistenziale del suo protagonista: non più giovane, si trova in un interstizio. Accompagna con severità e disciplina la moglie al suo stadio terminale di cancro al cervello , osservando la sofferenza della donna, la distruzione e l’umiliazione che solo una malattia terminale sa darti, e allo stesso tempo rimane attratto dalla sensuale vivacità e voglia di vivere della giovane neo assunta Choo Eun-joo.
Il sessantenne protagonista di “Revivre” si trova appunto in quell’interstizio vicino alla vita e alla morte. Senza poter accedere a nessuna di loro, diventa un inquieto voyerista. In una recente intervista al regista, Im-Kwon Taek ha affermato di voler raccontare in questo film la vita che ogni età sa raccontare.
"Haemo", Bong Joon |
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Caratterizzato da una perfetta messa in scena, un controllo serrato della macchina da presa, che non riprende ma recita insieme agli attori nei suoi lunghi piani sequenza e nel perfetto controllo cromatico, “ Revivre” è un’esperienza cinematografica intensa ed estremamente tagliente. Memorabile la scena di Oh Sang –moo che si presta a pulire la moglie, consapevole quest’ultima del proprio decadimento fisico. Altra perla di questa edizione è sicuramente l’osannato “Taegukgi” sulla guerra di Korea e le reazioni antitetiche dei due fratelli protagonisti, premiato alla 50esima edizione dell’Asia Pacific Film Festival. “Haemo” di Bong Joon è la proiezione di chiusura del festival, un capolavoro sul tema dell’immigrazione clandestina che accomuna la Korea con l’Italia. Un gruppo di pescatori contrabbanda immigrati per sopravvivere alla feroce crisi economica. Opera esordiente del regista dal grandissimo impatto visivo ed emozionale.
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