"A 100 anni dalla nascita della scrittrice francese Marguerite Duras, la cinquantacinquesima edizione del Festival dei Popoli di Firenze decide di omaggiarla con uno dei suoi film più discussi, “Le camion”.
Marguerite Germaine Marie Donnadieu non è importante soltanto per la sua produzione letteraria. Scrittrice del movimento sperimentale Le nouveau romance insieme ad Alain Robbe-Grillet e Claude Simon, vanta anche di esperienza nel campo cinematografico.
Marguerite Duras
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Amareggiata per essere stata tradita come sceneggiatrice , che ha lavorato con nomi del calibro di Alain Resnais ( “ Avevano tradito cosa scrivevo, così ho fatto i film), La Duras decide di dedicarsi alla regia con “ La musica” nel 1967. “ Le camion” è il suo nono film ed è sicuramente quello più sperimentale. Un film pensato come un romanzo, come un film nudo da completare da soli. Come molti scrittori Marguerite Duras ha il terrore del cinema di immagine “come di un cancro”, vuole un’immagine dove scorra il testo, generando appunto un esempio di anti-cinema. “Le camion” ha cinque lunghi mesi di gestazione. Inizialmente doveva essere un cortometraggio, poi diviene un lungometraggio. La scrittrice de “L’amante” cerca delle attrici per interpretare la protagonista. Poi decide di sostituirle con se stessa. Vuole interpretare una donna qualsiasi di mezza età, vestita da “cittadina” che avrebbe aspettato il camion, per poi salire al suo interno, dove l’aspettava un giovane -Gerarde Depardieu attore feticcio della Duras - al quale, osservando il panorama in viaggio e il mare in inverno, avrebbe raccontato la sua vita.
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Girare un intero film all’interno di un camion si rivela piuttosto problematico e scomodo, per cui la scrittrice interrompe l’idea e cambia la location: i due attori seduti nel soggiorno di casa Duras, ai bordi di un tavolo rotondo che ricorda il volante del mezzo di trasporto, leggono il copione del film. Gerarde Depardieu enuncia poche parole, il suo camionista rappresenta il proletariato. Marguerite Duras lo dipinge come paralizzato, incapace di combattere, complice dei suoi datori di lavoro. La scrittrice ha un trascorso rivoluzionario ed il rapporto che si è instaurato tra la classe operaia ed i padroni impedisce ogni cambiamento radicale della società .
Criticato ferocemente a Cannes: la Duras si “approccia al cinema con l’idea di distruggerlo” nella sua forma canonica. Questo film si può considerare un indiscusso capolavoro del cinema sperimentale
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