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pxrouge FESTIVAL REVIEWS I 10. LUCCA FILM FESTIVAL I DI FRANCESCA LAMPREDII 2014

LUCCA FILM FESTIVAL 2014

Aspettando Twin Peaks

 

 

Di Francesca LAMPREDI

"Mulholland Drive" David Lynch

Mulholland Drive

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"La decima edizione del Lucca Film Festival, svoltasi dal 28 Settembre al 3 Ottobre, si apre con un ospite d’eccezione, molto atteso dal pubblico italiano: David Lynch. Il regista statunitense inaugura il festival con la  conferenza “Meditazione trascendentale: la coscienza nell’arte e nell’economia”insieme al  Prof. John Hagelin , presidente della David Lynch Foundation e Piero Pietrini dell’Università di Pisa. A seguire un suggestivo concerto dell’orchestra del conservatorio Boccherini diretta dal Maestro Gianpaolo Mazzoli su una selezione delle colonne sonore dei film più importanti del regista.

Come è noto dalle numerose interviste, David Lynch si rifiuta di rispondere a domande incentrate sull’interpretazione ed il significato dei suoi film,  si limita a pronunciare quindi  poche parole seppur sempre con estrema gentilezza.  Durante la presentazione del suo penultimo film, “Mulholland drive”, accenna solamente “ This film is dedicated to Los Angeles City”. Evita di rispondere  direttamente quando gli viene chiesto se proseguirà la saga di Twin Peaks, alludendo “ I love a continuing story , to love a world and be able to go deeper and deeper in to the world, so there is always a possibility and you have just to wait and see” mentre dopo pochi giorni la notizia del proseguimento diviene ufficiale.  Se il mutismo del regista è in parte deludente ed  in parte comprensibile,  in quanto la cinematografia lynchana non si basa esclusivamente sul significato del tessuto narrativo, ma sulla potenza sinestetica dell’immagine, la retrospettiva sui  suoi  film è assolutamente riuscita . Si passa  dai primi celebri cortometraggi,  tra cui “Six Figures getting sick”, “Alphabet”, in  entrambi i quali  Lynch si avvicina al cinema cercando di creare dipinti in movimento,  alla meteora di “Velluto Blu”, 1986, ambientato nella cittadina di Lamberton, la cui vita di provincia si svilupperà in Twin Peaks, da “Lost Highway”, 1997, dove Lynch riflette sull’omicidio di O.J Simpson e rappresenta una fuga psicogena,  all’animazione disturbata di “Dumbland”, 2002.  Un intelligente accenno a “Twin Peaks” con la proiezione dell’episodio pilota “Passaggio a Nord” e con “ Fuoco cammina con me”. Molto interessante anche la mostra curata da Alessandro Romanini: “ David Lynch. Lost visions. L’indiscreto fascino dello sguardo” con litografie, materiale fotografico e audiovisivo.

From what is before

David Lynch

 

Eppure se l’indiscusso protagonista della decima edizione è David Lynch si hanno anche altri due ospiti talentuosi e sicuramente meno laconici: John Boorman e Julio Bressane. Boorman viene presentato attraverso la proiezione di “Point Blank”,  film che segna il rapporto con Hollywood e con Lee Marvin, con cui prosegue la collaborazione in “Hell in the Pacific”. “Zardoz”,  è invece un film su cui il regista riflette sulla precarietà del mondo attraverso un effetto di estraneamento, viene realizzato dopo la cancellazione de “Il Signore degli anelli” e si può considerare un esempio di “new science fiction”, dove la fantascienza viene coniugata al fantastico.  La figura di Arthur Frayn echeggia quella di Merlino per ironia e per le sue qualità di stratega del potere ed il ciclo arturiano diviene un’occasione per un’analisi  del suo film più celebre: “Excalibur”,  presentato al trentaquattresimo festival di Cannes.

“Me and my dad” invece è stato girato dalla figlia Anna Boorman, ritrae il suo rapporto con il padre, gli eventi drammatici della loro vita e ricostruisce parte della carriera del regista. “ The pleasure of this film was being able to steal my father for myself” osserva la figlia, presente nel dibattito/ lezione di John Boorman nella sala convegni Vincenzo da Massa Carrara. La rassegna su John Boorman si conclude il 3 Ottobre con la premiazione per l’ ultimo film: “Queen and the Country”, forse il meno interessante e il più fiacco della sua produzione seppur dal montaggio inusuale e interessante.

 

Cavalo Dinheiro

"Me and My Dad" John Boorman

Julio Bressane a differenza di David Lynch cerca il dialogo con il pubblico, presenta i suoi film chiedendo al pubblico di avere pazienza durante la fruizione. Una cospicua parte della sua filmografia è stata trasmessa in Italia grazie al programma tv  “Fuori orario”, ma Julio Bressane resta comunque un regista poco conosciuto. “A erva do Rato” è un veleno che non presenta nessun tipo di antidoto, mostra la surreale vicenda di due estranei che si conoscono in un cimitero per poi iniziare una relazione amorosa per compensare le loro carenze affettive. La trama è soltanto un pretesto per analizzare il rapporto tra l’uomo e l’animale e tra l’uomo e lo scheletro. Bressane inoltre percepisce il suo cinema come un interstizio tra più discipline, numerosi i riferimenti alla pittura di Caravaggio, per la trattazione della luce e a quella di Manet. Il rapporto con la pittura è fondamentale anche nel film “Cleopatra”, dove l’autore riproduce sullo schermo l’icongrafia della regina d’egitto. Bressane non si ferma ad inserire nella sua filmografia citazioni o reinterpretazioni di opere pittoriche ma è forte anche il suo legame con la letteratura. Per delineare la figura di Cleopatra si basa infatti sugli scritti di Plutarco e di scrittori latini del I secolo, adattandoli ad una visione cinematografica anarchica. Il regista commenta ironico: “ Cleopatra non esiste nella cultura brasiliana se non a Carnevale.” Rua Aperana 52 è  invece quello che il regista definisce un esperimento filmico, una “biografema”. 

Wild Life

Julio Bressane

 

Priva di sceneggiatura, inzialmente voleva essere un cortometraggio di 15 minuti sulle foto di famiglia da Julio ritrovate, diventa invece uno spunto di riflessione sul luogo di appartenenza nel periodo precolombiano del Brasile, appunto “Rua Aperana”. Bressane la riprende in molte sequenze dei suoi film che vengono qua montate insieme. Diviene un Film intimo, non soltanto sui colori e la storia del suo paese, ma anche sul linguaggio del medium cinematografico, in quanto Julio afferma : “ Ho iniziato a fare cinema molto presto, a 11-12 anni quando mia madre mi regalò una 16 mm, ma ho compreso il cinema tardi.”  “Rua Aperana 52” è soprattutto un film sul passaggio dalla pellicola al digitale, opacità e trasparenza sono tesi ed antitesi, Bressane sostiene che i cineasti odierni trattano il digitale come la pellicola non sfruttandone i potenti mezzi.

Oltre alle retrospettive sui tre registi  una serata  è stata dedicata alla figura di Pier Paolo Pasolini,con la presenza di Ninetto Davoli ed Enrique Irazoqu , vista anche l’imminente uscita a Venezia del discutissimo “Pasolini” di Abel Ferrara. Un interessante appuntamento pomeridiano è stato invece curato da Luca Pacilio, Giulio Sangiorgi e Andrea Diego Bernardini sul videoclip come nuovo linguaggio del millennio. Il festival  ha inoltre presentato un concorso di  26 cortometraggi sperimentali internazionali, la cui vincitrice è stata  Esther Urlus con “Red Mill”.

L’edizione del Lucca Film Festival 2014 può considerarsi riuscita , questo festival ha in passato omaggiato registi legati al cinema sperimentale del calibro di Robert Cahen e di Peter Greenaway, è un ottimo spunto di riflessione sul cinema sperimentale  e di divulgazione di registi pressochè sconosciuti dal grande pubblico come appunto  Julio Bressane in quest’ultima rassegna. Unico piccolo neo: qualche  problema organizzativo di gestione della grande affluenza di pubblico richiamato dalla presenza di David Lynch nei primi due giorni del Festival rouge

 

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10. LUCCA FILM FESTIVAL

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28 / 09 - 03 / 10 / 2014

Lucca Film Festival

Lucca Film Fesival

Me and My dad

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