La 43. edizione del “International Film Festival Rotterdam (IFFR)”, svoltasi dal 22 gennaio al 2 febbraio, ha confermato che si tratta della più importante rassegna mondiale di cinema d’autore indipendente, con decine di lungometraggi, in anteprime mondiali, internazionali ed europee, di giovani registi e gode di un pubblico vastissimo. È noto sia per la promozione di giovani registi (ogni anno sono decine gli esordienti) sia per la presenza di produzioni indipendenti, in larghissima maggioranza, provenienti da tutti i continenti ed in particolare dai Paesi asiatici e del sud del mondo. Inoltre ospita il “CineMart”, giunto alla 31^ edizione. Si tratta di un ambito del Festival dove si incontrano, in sessioni di lavoro, i filmmakers e i produttori interessati a possibili finanziamenti di nuovi film, presentati come progetti definitivi, con sceneggiatura, piano di produzione e di realizzazione e budget. È un evento che dura tre giorni e pone a confronto un lotto specifico di operatori preselezionati. Quest’anno sono stati presentati 26 nuovi progetti, prodotti o coprodotti da 22 Paesi di Europa, Asia e Americhe. Tra gli altri anche 2 progetti di nuovi film italiani: Happy time will come soon, opera seconda di Alessandro Comodin, coproduzione italo-francese e vincitore dell’ARTE International Prize, e Tarda primavera, terzo film di Michelangelo Frammartino. Infine è sede dello “Hubert Bals Fund”, un fondo finanziario che promuove e sostiene film di giovani autori e che in questa edizione ha partecipato allo sviluppo dei progetti e/o alla produzione di ben 25 lungometraggi presentati nelle varie sezioni del Festival.
La ““Hivos Tiger Awards Competition” sezione ufficiale competitiva, ha presentato 15 lungometraggi, tutti opere prime o seconde. I vincitori ex aequo dei 3 Hivos Tiger Awards, sono stati: Han Gong-Ju, del sud coreano Lee Su-Jin, un eccellente dramma, ambientato in una cittadina di provincia, che descrive il complicato tentativo di superare una terribile violenza subita, da parte di una studentessa diciassettenne; Anatomy of a paper clip, del giapponese Ikeda Akira, una divertente commedia romantica minimalista, costruita con un’estetica da comic strips, in bilico tra poesia e paradosso; Something must break, dello svedese Ester Martin Bergsmark, un sincero itinerario di costruzione di una relazione di coppia tra due giovani, un punk e un transgender. Tra i film in competizione citiamo anche War story, opera seconda del trentenne americano Mark Jackson, che ha studiato a Cinecittà: un dramma atipico, coproduzione USA / Italia, che racconta la crisi di una fotografa di guerra (una sorprendente Catherine Keener), reduce dalla guerra in Libia, che soggiorna temporaneamente in Sicilia. Nel cast anche Donatella Finocchiaro e Vincenzo Amato.
"Anotyer year", Oxana Bychkova |
La “Big Screen Award Competition”, volta a promuovere la distribuzione di nuovi film indipendenti in Olanda, ha presentato 10 lungometraggi, compresi nelle varie sezioni del Festival. Il vincitore è stato Another year, notevole esordio della russa Oxana Bychkova, che descrive, con realismo e acume, la progressiva involuzione del legame tra due ventenni sposati, tra immaturità sentimentale e differenze culturali, nella Mosca contemporanea. To kill a man, terzo lungometraggio del cileno Alejandro Fernández Almendras, ha ottenuto KNF Award, conferito dal Circolo dei Critici Olandesi a uno dei film della Competizione “Big Screen Award Competition” e consistente anch’esso nella sua distribuzione garantita in Olanda, Belgio e Lussemburgo. Si tratta di un dramma esistenziale, con risvolti di revenge thriller psicologico, molto convincente. Racconta la storia di una famiglia proletaria di lavoratori decenti perseguitata da un delinquente del quartiere.
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28, terzo lungometraggio del cingalese Prasanna Jayakody, ha vinto il NETPAC Award quale miglior film asiatico presentato nella selezione ufficiale del Festival. È un dramma realistico che mette a fuoco con efficacia il contesto sociale dello Sri Lanka. Costruito come un road movie atipico, racconta la vicenda di due poveracci che si recano a Colombo per recuperare il corpo della moglie di uno di loro, stuprata e uccisa, e poi devono riportarlo al villaggio e approntare il funerale.
Nella sezione “Spectrum”, dedicata ad autori già affermati, sono stati presentati due lungometraggi italiani, entrambi in anteprima mondiale: O sangue é quente da Bahia, di Aurelio Grimaldi, offre l’esuberante ritratto dei giovani di una favela di Salvador (in Brasile), tra sentimenti e piccoli crimini, con al centro la tormentata storia d’amore tra due teenagers; Mancanza – Inferno, di Stefano Odoardi, è un film sperimentale, di stampo teatrale e ispirato ad un testo di Rainer Maria Rilke, ambientato nel centro storico di L’Aquila, dopo il terremoto |