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pxrouge FESTIVAL REVIEWS I 64. BERLINALE 2014 I DI GIOVANNI OTTONE I 2014

BERLINALE 2014

Alcune sorprese nelle varie sezioni

 

 

 

 

 

Di GIOVANNI OTTONE

"Blind dates", Levan Koguashvili

Bilind dates

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La sessantaquattresima edizione della “Berlinale”, riconfermando la sua tradizione di impegno e di qualità, ha presentato una ricca e ampia varietà di proposte e si è caratterizzata per scelte coraggiose, con varie opere che affrontano temi di grande attualità e di impegno civile. Molti i film nuovi, un totale di circa 200 premières mondiali e/o internazionali, diversi dei quali caratterizzati da forme narrative e soluzioni formali innovative. Il programma delle varie sezioni del Festival ha offerto sia un ampio panorama della cinematografia mondiale più attuale, attraverso il consueto mix di grandi produzioni di Hollywood  e di opere indipendenti, di finzione e documentari, sia iniziative, di alto profilo, di dibattito su temi culturali e su problemi di progettazione e di produzione cinematografica.

La Giuria della Competizione ufficiale, presieduta dal produttore statunitense James Schamus, ha sorpreso gran parte dei critici, assegnando l’Orso d’Oro al miglior film a un film di genere cinese, un thriller che non ci sembra offra grandi qualità narrative ed estetiche: Black coal, thin ice, di Diao Yinan. Nel Palmarès figurano altri film interessanti, ma privi di vere novità in termini di linguaggio e non esenti da difetti a livello di direzione: The Grand Budapest Hotel, di Wes Anderson; Aimer, boire et chanter, di Alain Resnais; Boyhood, di Richard Linklater; Blind Massage, di Lou Ye. Solo il Silver Bear, per la miglior sceneggiatura, al notevole Kreuzweg (Stations of the Cross), del tedesco Dietrich Brüggemann.  Nessun riconoscimento all’ottimo ’71,  opera prima dell’inglese, di origine francese, Yann Demange.

Al contrario ci preme segnalare, tra diversi film di qualità, 5 opere, presenti nelle diverse sezioni: La tercera orilla, terzo film dell’argentina Celina Murga, in Competizione ufficiale; Diplomatie (Diplomacy), del veterano tedesco Volker Schlöndorff, nella sezione Berlinale Special; Love is strange, dell’affermato statunitense Ira Sachs e Difret, esordio dell’etiope Zeresenay Berhane Mehari, entrambi nella sezione Panorama;  Blind dates, opera seconda del georgiano Levan Koguashvili, nella sezione Forum.

La tercera orilla

"La tercera orilla", Celina Murga

"La tercera orilla", di Celina Murga, è un lucido dramma familiare che configura un itinerario di inesorabile separazione da parte di un giovane nei confronti di un padre che non sa amare. Nicolás è un diciottenne responsabile e introverso. Suo padre Jorge è un medico facoltoso: un uomo cordialmente autoritario, cinico e vitalista, che mantiene disinvoltamente due famiglie. Nicolás nota la sofferenza di sua madre e l’ipocrisia del padre che cerca di plasmarlo perché diventi come lui. Celina Murga dissemina i segnali di latente violenza, evitando gli svolgimenti scontati, lo psicologismo e la deriva didascalica. L’acuto sguardo documentarista mostra perfettamente la condizione esistenziale della classe media argentina in una cittadina di provincia.

Diplomatie (Diplomacy), di Volker Schlöndorff, è uno splendido dramma che racconta come, grazie un raffinato bluff, Parigi fu salvata dalla distruzione totale ordinata da Hitler. All’alba del 25 agosto 1944 il Governatore tedesco di Parigi, il Generale Dietrich von Choltitz, si prepara a far esplodere tutti i ponti e i monumenti, nonostante sia assediato nell’hotel che è il suo quartier generale. All’improvviso si ritrova di fronte il console svedese Raoul Nordling, penetrato nella sua stanza grazie a un passaggio segreto. Tra i due inizia un sottile confronto dialettico e psicologico, assolutamente non scontato.Il film, tratto dall’omonima pièce teatrale di  Cyril Gely, offre una messa in scena ricca di toni e l’eccezionale  recitazione di Niels Arestrup e di André Dussollier.

Love is strange

"Love is strange", Ira Sachs

"Love is strange", di Ira Sachs, è una deliziosa commedia sulle relazioni umane, ambientata a New York. Il ritratto finemente umoristico di una storia d’amore che resiste di fronte a pregiudizi e ostacoli. George e il più anziano Ben stanno insieme da 39 anni e si sposano. Ma la notizia causa il licenziamento di George, insegnante in una scuola cattolica. Costretti a vendere il loro appartamento a Manhattan, devono separarsi: Ben va a Brooklyn, ospite dei nipoti, e il suo compagno si adatta a casa di due amici poliziotti. Ma la forzata convivenza con altri causa stress e umiliazioni. Uno sguardo fresco e mai banale, una serie di momenti significativi e la magnifica performance della “coppia” Alfred Molina e John Lithgow.

"Difret", di Zeresenay Berhane Mehari, Premio del pubblico al Sundance e alla Berlinale, è un dramma credibile e avvincente,  basato su una storia vera. Riguarda la violazione dei diritti delle donne nei villaggi dell’Etiopia, dovuta al perdurare di tradizioni aggressive di potere maschile. Hirut, studentessa quattordicenne, viene rapita da un uomo. Dopo essere stata violentata, riesce a fuggire e uccide il rapitore per autodifesa. Viene accusata di omicidio e incarcerata. L’avvocatessa Meaza Ashenafi, leader di un’organizzazione legale non profit di Addis Abeba, la difende pro bono. Il film documenta tutto l’iter del processo e descrive, senza eccessivi sentimentalismi, i conflitti tra le varie parti in causa.

"Blind dates", di Levan Koguashvili, è una commedia drammatica intrigante e solo apparentemente naïf. Sandro, insegnante quarantenne, abita ancora con i suoi assillanti genitori. Convinto dall’amico Iva, accetta un appuntamento al buio con una donna più giovane. Poi si innamora di Manana, il cui marito è in prigione. Ma l’uomo viene repentinamente scarcerato e Sandro è travolto da una paradossale serie di avvenimenti che si aggrovigliano, tra fraintendimenti e confusioni emotive. La rappresentazione del variegato contesto esistenziale e sociale è molto convincente e priva di enfasi, tra modernità e tradizione, dignitosa povertà e humour atipico. Si notano i riferimenti a Otar Ioseliani e ad Aki Kaurismaki rouge

 

 

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64. BERLINALE 2014

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06 - 16 / 02 / 2014

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