interference
interference
eng
de
es
it
it
tr
 
px px px
I
I
I
I
I
I
 

px

impressum
contact
archive
px

 

px

 

pxrouge FESTIVAL REVIEWS I 66. FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI LOCARNO I DI GIOVANNI OTTONE I 2013

Festival di Locarno 2013

Miscellanea di autori

 

 

 

DI GIOVANNI OTTONE

"Historia de la Meva Mort" Alberto Serra

historia de la meva mort

px
px

Al cambio di direzione corrisponde un concorso internazionale irregolare, senza acuti. Vince “Historia de la meva mort” del catalano Albert Serra. Le novità migliori vengono dalla sezione Cineasti del Presente, opere prime e seconde.

Il 66° Festival del Film Locarno, svoltosi dal 7 al 17 agosto 2013, si è caratterizzata con un tentativo di mantenere la tradizionale struttura del Festival, sulle orme delle direzioni degli anni precedenti di Maire e di Père. In effetti il Presidente del Festival Marco Solari, nella serata di inaugurazione, ha insistito sul fatto che l’edizione di quest’anno è frutto di un lavoro collettivo di direzione e organizzazione e ha sostanzialmente presentato il nuovo Direttore Artistico Carlo Chatrian come una scelta di ripiego (essendo egli da anni un buon collaboratore), dopo la defezione di Olivier Père. Senza dubbio una caduta di stile

Quindi si è data al pubblico locale, per ingraziarselo, la solita vetrina della “Piazza Grande” con commedie piuttosto scontate e/o grottesche e demenziali, film di buoni sentimenti e di azione. Deludente in termini narrativi, nonostante un ottimo inizio e un’ambientazione abbastanza azzeccata, anche La variabile umana, dell’italiano Bruno Oliviero. In aggiunta una sfilata, direi eccessiva e discutibile, di Pardi e Premi vari alla carriera: Sergio Castellitto, Otar Iosseliani,Werner Herzog, Christopher Lee, Victoria Abril, Jacqueline Bisset, Douglas Trumbull, Margaret Ménégoz.

Rispetto alla selezione del “Concorso Internazionale”, si è notato una strana mescolanza di autori “veterani” (Hong Sangsoo, Julio Bressane, Yervant Gianakian e Angela Ricci Lucchi, Kioshi Kurosawa) che si ripetono con opere modeste o, nel caso di Kurosawa, confuse e fallimentari, con aggiunta di opere di genere del tutto mediocri (Hélène Cattet e Bruno Forzani, Thomas Imbach), “provocazioni” esibizionistiche, a mio giudizio intollerabili, con un fondo di falso pietismo moralistico (Pippo Delbono), filmetti francesi del tutto deludenti e pieni di clichés (Emmanuel Mouret e Claire Simon), accanto a pochi film realmente dignitosi e convincenti (Joaquim Pinto, Johanna Hogg, Destin Cretton, Shinji Aoyama) e una sola opera prima (Tonnerre, del francese Guillauma Brac). Senza dubbio questo quadro deriva dalla debolezza del comitato di selezione, dove convivono troppe velleità e insicurezze e poche vere capacità di conoscenza del cinema d’autore (con alcuni componenti troppo succubi al mito del Sundance Film Festival, visto il discreto numero di film provenienti da quel Festival).  

Mouton

"Mouton" Gilles Deroo e Marianne Pistone

 

Diverso invece il quadro dei film di “Cineasti del Presente” dove, accanto ad alcune opere velleitarie e falsamente innovative, segnalo tre piccoli capolavori: Mouton, opera prima dei francesi Gilles Deroo e Marianne Pistone; Costa da Morte, opera prima del documentarista e videoartista spagnolo, galiziano, Lois Patiño; Sai nam tid shoer (By the river), documentario, opera seconda, del thailandese Nontawat Numbenchapol. In aggiunta The stone, opera prima dello sceneggiatore veterano Se-rae Cho, un thriller - gangster movie coreano di ottima fattura. E ancora due interessanti film che offrono ritratti antropologici e sociali rilevanti: Manakamana, opera prima dei documentaristi statunitensi Stephanie Spray e Pacho Velez, e Buqälämun (Chameleon), opera prima degli azeri Elvin Adigozel e Ru Hasanov, dall’ Azerbaigian.

Segnalo anche l’eccellente conferma del documentarista britannico Ben Rivers (dopo l’esordio a Venezia nel 2011, dove ha vinto il Premio FIPRESCI con Two years at sea) , con la sua opera seconda, il documentario esistenzialista A spell to ward off the darkness, presentato nella sezione “Fuori Concorso: Sign of Life”.

Infine una citazione alla sezione più interessante del Festival, “Open Doors”, dedicata quest’anno a film (17) dell’ultimo decennio e a progetti, filmati in prima edizione (12), in cerca di aiuto per postproduzione e coproduzione, di 3 Paesi indipendenti della regione del Caucaso, ex Repubbliche sovietiche: Georgia, Armenia e Azerbaigian. In questa sezione anche il segmento “Carte Blanche” dedicato al Cile, con la presentazione di progetti di giovani registi (7), filmati in prima edizione, in cerca di aiuto per postproduzione e coproduzione.

Il “Concorso Internazionale” ha presentato 19 lungometraggi, tutti in anteprima mondiale eccetto due. La Giuria, presieduta dal noto regista filippino Lavrente Diaz ha premiato alcuni fra i film con maggiori qualità estetiche e narrative d’autore. Il Pardo d’Oro al miglior film è stato assegnato a Historia de la meva mort (Story of my death) del catalano Albert Serra, un’elegante coproduzione ispano-francese che offre una originale nuova trasposizione cinematografica del romanzo “Dracula” di Bram Stoker, contaminata da una rilettura paradossale dell’autobiografia “La storia della mia vita”, di Casanova. È un film in costume, prevalentemente notturno, caratterizzato da un gioco di dialoghi elaborati e ricchi di referenze filosofiche e letterarie. Serra si avvale di attori non professionisti e si sforza di illustrare usi e convenzioni dell’epoca settecentesca in un’ottica crepuscolare. Rappresentando le peripezie di Casanova anziano e la sua fantasiosa morte, vittima del Conte Dracula, intende prefigurare la fine di un’epoca, ovvero il passaggio dalla leggerezza sensuale del diciottesimo secolo alla violenza e alle tenebre del diciannovesimo. Purtroppo la sceneggiatura è troppo frammentaria, la narrazione contiene passaggi criptici e la dimensione tragica appare inefficace. In sostanza, tra sensualità morbosa e vitalismo malinconico, risulta lontano dal felice minimalismo dei precedenti film del regista: Honor de cavalleria (2006) e El cant des ocells (2008). Decisamente più ricco di qualità cinematografiche ed estetiche è E agora? Lembra – me, del cinquantenne portoghese Joaquim Pinto, vincitore del Premio Speciale della Giuria e premiato anche dai critici della FIPRESCI. Si tratta di un video-diario della condizione esistenziale dello stesso regista, che convive da oltre 20 anni con il virus dell’HIV e con quello dell’epatite C. Pinto racconta con sincerità i dettagli della sua condizione di malato sopravvissuto e le sue cure, ma anche la sua relazione con il compagno Nuno Leonel e la loro passione per la campagna e per i cani. Tra ricordi e citazioni politiche e culturali, allarga la visuale a molti aspetti della condizione umana contemporanea di tutti noi. Il Pardo alla miglior regia è andato al coreano Hong Sangsoo per U ri Sunhi (Our Sunhi), una divertente commedia con una struttura narrativa ricercata, venata da uno humour fine, brillante e, a tratti, corrosivo. Ripropone l’universo e i temi cari al regista (presenti nei suoi precedenti Hahaha, del 2010 e The day he arrives, del 2011), ovvero le relazioni tra studenti e professori delle scuole di cinema e registi diplomati e, soprattutto, la centralità di una figura femminile e il disagio degli uomini attorno a lei che tentano invano di manipolarla. La tematica di fondo del film è la questione della verità. Il regista offre spunti tragicomici deliziosi, attraverso l’osservazione dei comportamenti e la presentazione di strani incidenti in cui pare che la realtà si vendichi di fronte alle omissioni e alle bugie ipocrite dei protagonisti. Senza dubbio interessante per la messa in scena, la caratterizzazione dei personaggi e la direzione degli attori è Short Term 12, opera seconda del giovane regista statunitense Destin Cretton, che ha ricevuto sia una Menzione Speciale, sia il meritato Pardo per la miglior interpretazione femminile attribuito all’attrice protagonista Brie Larson. La storia, ambientata in un centro di accoglienza per adolescenti a rischio, ricalca situazioni già viste, ma la dialettica tra Grace, supervisore con un passato personale e familiare difficile, e gli adolescenti coinvolti in vari drammi, appare sincera ed efficace. Segnaliamo alcuni altri film del Concorso. Exibition, della cinquantenne britannica Joanna Hogg, descrive la complicata fase della relazione di una coppia di agiati coniugi cinquantenni, entrambi artisti, nel momento in cui decidono di vendere la loro splendida casa, disegnata da un architetto, in cui hanno vissuto per 20 anni. Un intrigante ritratto di ansie e tensioni soffocate, tra piccoli segreti e episodi di voyeurismo occulto. Tonnerre, opera prima del francese Guillaume Brac, si svolge in una cittadina di provincia nel corso di un lungo inverno. Racconta la relazione tra un musicista rock trentenne, tornato a vivere a casa dell’anziano padre, e una ventenne corrispondente del giornale locale e legata a un giovane calciatore. Un dramma della gelosia con deriva tragica ben ambientato e narrato, quantunque sminuito da un insolito happy end. Tomogui (Backwater), del giapponese Shnji Aoyama rappresenta una tragedia familiare che si svolge in una cittadina periferica. Un film lucido, con un’efficace caratterizzazione psicologica dei personaggi, che ricorda la cinematografia del maestro Shoei Imamura. 

Nella sezione “Cineasti del Presente”, accanto ad alcune opere velleitarie e falsamente innovative, si devono considerare tre piccoli capolavori. Mouton, opera prima dei francesi Gilles Deroo e Marianne Pistone, ha ricevuto sia il Pardo per la miglior opera prima del Festival, sia il Premio Speciale della Giuria della sezione. La vicenda si svolge in una piccola località della costa atlantica. Si tratta di un eccellente ritratto semidocumentaristico delle relazioni di un gruppo di giovani lavoratori, prima e dopo una tragedia inspiegabile. Costa da Morte, opera prima del documentarista e videoartista spagnolo, galiziano, Lois Patiño, ha ottenuto il Premio per il miglior regista emergente. Si tratta di un documentario, ricco di atmosfere, che racconta i luoghi e gli abitanti della regione costiera rocciosa del nord-ovest della Galizia dove nei secoli passati avvenivano numerosi naufragi. Sai nam tid shoer (By the river), documentario, opera seconda, del thailandese Nontawat Numbenchapol, ha ottenuto la Menzione Speciale.

Descrive, con grande sensibilità poetica, la vita in un piccolo villaggio di etnia Karen ai confini tra Thailandia e Birmania. E ancora due film. Manakamana, opera prima dei documentaristi statunitensi Stephanie Spray e Pacho Velez, ha ricevuto il Pardo d’Oro Cineasti del Presente e la Menzione Speciale come opera prima. La scelta originale è quella di filmare i pellegrini che si recano al Tempio di Manakamana in Nepal, utilizzando una nuovissima cabinovia: inquadrature fisse di vari tipi umani e delle loro conversazione. The stone, opera prima dello sceneggiatore veterano coreano Se-rae Cho è un thriller - gangster movie coreano di ottima fattura, con narrazione epica e intimista al tempo stesso, centrata sul tema di una relazione di tipo padre-figlio, pur in assenza di vincolo familiare, e un cast di ottimi attori. 

 

No

"Sur le chemin de l'école" Pascal Plisson

Tra i film della Piazza Grande citiamo quello di chiusura del Festival: Sur le chemin de lécole, del regista francese Pascal Plisson. Si tratta di un convincente reportage che segue le vicende di 4 adolescenti, tra i 10 e gli 11 anni, in differenti aree del sud del mondo: la regione montuosa dell’Atlante in Marocco; gli altopiani del Kenya; l’India meridionale; la Patagonia. Ragazzini coraggiosi costretti a marce estenuanti a piedi per chilometri, in territori inospitali, per recarsi a scuola. rouge

 

 

px

px

66. FESTIVAL INT. DEL FILM DI LOCARNO

info

07 - 17 / 08 / 2013

Locarno film festival

Sur le chemin de l'ecole

link
locarno
px
Home Festival Reviews Film Reviews Festival Pearls Short Reviews Interviews Portraits Essays Archives Impressum Contact
    Film Directors Festival Pearls Short Directors           Newsletter
    Film Original Titles Festival Pearl Short Film Original Titles           FaceBook
    Film English Titles Festival Pearl Short Film English Titles           Blog
                   
                   
Interference - 18, rue Budé - 75004 Paris - France - Tel : +33 (0) 1 40 46 92 25 - +33 (0) 6 84 40 84 38 -